Il soggetto da esaltare
28 Febbraio 2023
Davide Cerullo, responsabile dell’associazione “L’albero delle parole” presso le Vele di Scampia
A cura di Max Ferrero
Un’immagine fotografica ha tanto bisogno, quanto una frase scritta, di un soggetto chiaro e limpido a cui affidare tutto il significato della frase o dell’inquadratura. I metodi sono molteplici: la scelta della luce, il punto di messa a fuoco, ovviamente l’importanza del soggetto inquadrato e la sua imponenza (nel senso sia di grandezza sia d’importanza contenutistica) all’interno della scena. Spesso questi elementi non sono di facile controllo, soprattutto se scattiamo velocemente, se non siamo avvezzi con la tecnica della bassa profondità di campo, oppure se utilizziamo apparecchi poco performanti (e il cellulare, per quanto costoso, fa proprio parte di questa categoria).
Oggi vedremo come possiamo fare con Photoshop ad ottenere un incremento d’attenzione sul soggetto sfruttando l’elemento sfocato su tutto ciò che dovrebbe risultare secondario rispetto al concetto principale.
La foto di apertura, già rivista e corretta, nella sua versione originale presentava una profondità di campo (l’estensione della nitidezza o della messa fuoco) troppo accentuata. Il palazzo sullo sfondo portava via una parziale attenzione dall’azione del bacio che, per quanto forte e tenera allo stesso tempo, ne veniva attenuata. In ambito reportagistico non mi sarei mai permesso di effettuare delle modifiche, ma per la realizzazione di un’immagine tenera e poetica, l’effetto che sto per spiegarvi aggiunge un tocco particolare.
Individuiamo la zona che vogliamo mantenere nitida, poi andiamo a cercare il filtro “sfocatura diaframma” (filtro/galleria sfocatura/sfocatura diaframma). Appena lo attiviamo comparirà una doppia elisse (o cerchio) sulla nostra immagine.
Il cerchio centrale, quello che ho denominato 1 serve per spostare l’intero blocco di attivazione del filtro nella zona ce c’interessa. Le ellissi 1 e 2 possono essere regolate in modo (parzialmente) indipendente tra loro attraverso le maniglie segnate con dei puntini bianchi. Ora spieghiamo come funziona il tutto: la zona compresa tra il punto 1 e il 2 non sarà toccata, tutto ciò che è al di fuori della zona 3 sarà sfocata del quantitativo che abbiamo deciso di applicare, l’area tra 2 e 3, detta di transizione, è la zona in cui la sfocatura applicata vedrà una sfumatura più o meno marcata a seconda di quanto spazio daremo all’effetto (più saranno distanti le due ellissi più l’effetto sfumatura sarà graduale). Il grado di sfocatura lo decideremo noi attraverso la barra posta in alto a destra, ci basterà decidere il valore dei pixel da sfocare (maggiore è il numero maggiore sarà l’effetto). La stessa operazione la potremo applicare muovendo la parte bianca del cerchio centrale. Il filtro permette di modificare anche le luci e non solo il fuoco, ma il momento lascerei perdere il suo utilizzo, il rischio di esagerare con gli effetti è troppo elevato.
Il Vesuvio visto dalla rotonda di via Nazario Sauro a Napoli
Un filtro quasi gemello si chiama “Scostamento inclinazione” (filtro/galleria sfocatura/scostamento inclinazione). A differenza del filtro precedente, quando attivato, si presenterà con delle linee rette e non con delle ellissi, ma il processo di base rimarrà inalterato.
La zona centrale, quella compresa tra le prime due rette sarà quella libera dagli effetti del filtro. La zona tra le prime rette e le seconde sarà l’area di transizione e tutto il resto diventerà il luogo in cui il filtro applicherà la totalità dell’effetto. Sia nel filtro precedente, sia in questo la rotazione e l’inclinazione delle ellissi o delle rette avviene ponendo il puntatore del mouse sulle maniglie (cerchiolini bianchi).
Ovviamente quando si parla di sfocature per evidenziare maggiormente il soggetto principale ciò che fa la differenza tra una miglioria o un peggioramento è l’equilibrio dell’effetto, una cosa impossibile da insegnare in un tutorial, ma riscontrabile solo ed esclusivamente attraverso la pratica, il controllo e il confronto. Per il momento buoni tentativi.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".