Come ottenere foto in bianco e nero
21 Dicembre 2018
A cura di Max Ferrero
In camera oscura era semplice imparare le basi dello sviluppo e della stampa ma per raggiungere alti livelli qualitativi erano necessari anni di prove, chili di esperienza
accumulata attraverso esperimenti, formazione e insuccessi. Anche con il digitale il percorso è il medesimo, s’impara subito… a convertire con i metodi peggiori. Quelli buoni
sono più complicati e quindi nelle mani di chi ha voglia di sperimentare le varie soluzioni che il digitale sa fornirci.
Come nostra abitudine, non indicheremo il metodo migliore in assoluto, anche perché, in questo caso, non è assolutamente possibile dimostrarlo. Cercheremo di affrontarle una per
una le soluzioni possibili, indicando i pregi e i difetti di ogni metodo di conversione e applicando anche il metodo di valutazione delle famose stellette presente su Fotozona.
Sentitevi liberi di affrontare il bianco e nero secondo il vostro gusto e le vostre capacità tecniche. Considerate che anche qui la valutazione sia soggettiva e, magari, nello
spazio dei vostri appunti potreste aprire una discussione mettendo in risalto le vostre indicazioni di preferenza.
Questa immagine scattata in Valle Grana (Cn) ha già avuto tanti e precisi interventi per diventare un ottimo esempio di paesaggio. Sarà il nostro cliché di valutazione
per tutti i metodi di conversione da colore a bianco e nero. Scusate per la monotonia ma sarà un confronto utile oltre che necessario.
1 Conversione immediata *
Con il comando scala di grigio (immagine/metodo/scala di grigio), indichiamo a Photoshop di convertire il nostro file, composto da 3 canali distinti di colore
(il famoso RGB – red, green, blue – rosso, verde, blu), in un unico canale monocromatico generato da una media matematica sui canali colore appena elencati.
Pregi: Metodo molto veloce, non avendo interventi da parte dell’operatore può anche essere utilizzato in batch (una forma di applicazione a catena a
tutti i file che si vogliono convertire).
Difetti: Nessun controllo dei toni, mediocre conversione da parte di Photoshop che pensa solo a generare una media senza controllare l’anima del
bianco e nero: il contrasto.
Consigli: Solo per chi è digiuno dei programmi di fotoritocco, attenzione a non abituarvi alla comodità dell’automazione che fornisce sempre risultati
assai mediocri.
Il bianco e nero si presenta bene grazie all’ottima elaborazione del file a colori. L’aspetto generale però incupisce troppo alcune zone senza possibilità d’intervento
iniziale da parte nostra.
2 Conversione tramite colore LAB **
Per questa metodologia è necessario convertire il classico metodo di visualizzazione RGB in LAB (immagine/metodo/colore LAB). In un primo istante non succederà nulla ma
selezionando la finestra dedicata ai canali, noteremo che sono cambiati radicalmente i parametri. Adesso i canali non sono più corrispondenti ai colori primari della sintesi
additiva (RGB) ma si riferiscono: uno ai colori chiari, uno ai colori scuri (entrambi sono da non toccare) e uno alle luminosità effettive, cioè al contrasto e ai toni di grigio
epurati da tutte le informazioni di colore. Selezionate quest’ultimo canale e avremo un’altra conversione veloce in bianco e nero. I risultati sono molto diversi dalla precedente
descritta. Ovviamente dopo il tutto bisognerà riconvertire il file in scala di grigio attraverso il comando descritto nel punto 1. Vi sarà chiesto se volete perdere tutte le
informazioni riguardanti i colori, voi dite ok.
Pregi: Il vero pregio dell’utilizzo del metodo LAB non è tanto nelle conversioni quanto nell’applicazione di filtri o elaborazioni varie solo
sul canale delle luminosità. Un esempio concreto è l’applicazione di filtri per eliminare grana o artefatti creati con compressione jpeg solo su di un canale invece
che su tre. Anche con questo metodo si può creare un’azione batch.
Difetti: Nessun controllo reale dei toni, procedimento più lungo e complesso rispetto alla conversione immediata.
Consigli: Interessante conoscere il metodo di conversione perché l’applicazione di effetti, tramite il colore LAB, è la porta d’ingresso per molti
effetti professionali e avanzati. Per il bianco e nero è solo una possibilità in più che si può usare.
Rispetto alla prima conversione qui i toni sono più brillanti e accesi. Pur non essendo ancora il massimo ottenibile, sicuramente la percentuale di successi è maggiore
rispetto alla conversione immediata.
3 Conversione tramite i canali colore ***
Se andiamo nella palette dei canali potremo decidere di vedere l’immagine a colori (selezionando RGB), oppure visualizzare la rappresentazione dei toni monocromatici
(rosso, verde e blu) attraverso delle immagini in bianco e nero. Gli esempi che riportiamo di seguito riguardano i canali del rosso e del blu. Normalmente sono questi,
dove si ottengono maggiori contrasti e differenze. Il canale del verde è il più quieto, anche così potrebbe diventare utile in alcuni casi specifici.
Pregi: Fornisce tre metodi di conversione partendo dallo stesso originale, di volta in volta possiamo scegliere il canale con maggiore contrasto,
oppure quello con minor rumore e così via. La scelta è la vera forza di questo metodo. Volendo è possibile, convertendo il file in CMYK, avere altri 4 canali su cui scegliere
la matrice in bianco e nero migliore.
Difetti: Il metodo non può essere applicato in batch, come ogni cosa che ha bisogno di correzioni personalizzate. C’è bisogno di
sperimentazione e affinamento sia del gusto sia della capacità decisionale. Non è un metodo immediato ma sa regalare ottimi risultati di partenza.
Consigli: Da utilizzare quando altri metodi di conversione più potenti non forniscono risultati eccellenti. Importante imparare ad applicare interventi
anche su canali e non solo su porzioni d’immagine.
Il canale del rosso permette di ottenere dei forti contrasti, soprattutto nel cielo. Funziona un po’ come l’omonimo filtro che era applicato di fronte agli obiettivi quando
si scattava con pellicola in bianco e nero.
Il canale del blu spesso fornisce file troppo scuri e a basso contrasto, ciò non significa che non sia possibile trovare un’applicazione interessante in alcuni casi.
Provate con un ritratto e vedrete, come d’incanto, che la vostra modella o modello diverrà immediatamente molto abbronzata.
4 Conversione tramite desaturazione *
Con il comando tonalità/saturazione (immagine/regolazioni/tonalità saturazione) è possibile eliminare tutte le informazioni colore presenti nell’immagine.
Corrisponde in sostanza al primo metodo di conversione con qualche passaggio in più per ottenerlo. Per il bianco e nero vero e proprio è uno dei metodi peggiori.
Pregi: Direi nessuno, non è neanche veloce come la conversione immediata perché presenta un passaggio in più per ottenere gli stessi risultati.
Difetti: di tutto e di più...
Consigli: Pur non essendo un gran metodo di conversione, può essere utile per gli effetti speciali per cui è stato studiato, la desaturazione appunto.
La foto si presenta leggermente più chiara rispetto alla stessa immagine convertita con il metodo 1. Le differenze però sono minime e con un passaggio in più per ottenere
un risultato NON controllabile, il gioco non vale la candela.
5 Conversione tramite colore di riempimento **
Andate nel menù livello e nella finestra a cascata cliccate sopra nuovo livello di riempimento. Selezionate tinta unita e date l’ok. Ridate l’ok alla
seconda finestra di dialogo che si aprirà, poi impostate il colore nero sulla terza e ultima finestra di dialogo. Avete appena creato un nuovo livello di regolazione e
riempimento pronto per essere utilizzato tramite le varie opzioni di fusione dei livelli.
Sul nuovo livello di riempimento creato cambiate il metodo di fusione in tonalità e otterrete un’immagine in bianco e nero.
Pregi: provate a mettere, sul livello di riempimento, dei colori diversi dal nero. Gli effetti che si possono ottenere sono disparati e
molto interessanti.
Difetti: Metodo macchinoso e lungo, se valutiamo solo ed esclusivamente la conversione, il lavoro è macchinoso e i risultati non sono all’altezza
della fatica. Dopo tutto il procedimento descritto bisogna ancora unire i livelli e convertire il metodo RGB in monocromatico.
Consigli: Tutto da sperimentare, soprattutto sul lato cromatico e non su quello in scala di grigi.
Niente di speciale, tonalità un po’ impastate e simili alla conversione diretta creata da Photoshop ma impiegandoci almeno 2-3 minuti in più.
Se al posto della tonalità nera inseriamo uno dei vari colori presenti nella palette di Photoshop, otterremo uno strano viraggio che convertirà solo alcuni toni
preservandone altri. Da provare ma qui siamo fuori dal seminato dell’articolo.
Al prossimo articolo per conoscere altri metodi di conversione, sempre più complicati e, speriamo, sempre più utili e potenti.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".