Texture e fusioni di livello
21 Marzo 2022
A cura di Max Ferrero
Nei precedenti articoli abbiamo visto quanto sia importante e facile utilizzare dei colpi di luce per assegnare maggiore carattere a una foto. Partendo da questo presupposto e discostandoci pochissimo dalla tecnica insegnata, questo nuovo tutorial vi farà scoprire la bellezza delle trame (textures) che, se accoppiate nel giusto modo a specifiche foto, possono, non solo incrementarne il fascino, ma anche risolvere alcune problematiche tecniche insite nello scatto, vediamo insieme come fare.
Per prima cosa occorre trovare il giusto file a cui apportare le trasformazioni, non c’è una categoria che in assoluto vada sempre bene, così come non è detto che la tecnica sia da evitare in alcuni ambiti specifici, diciamo che sicuramente degli scatti “senza tempo” cioè immagini che rappresentano delle scene non strettamente legate al nostro contesto temporale, potrebbero essere molto indicate. Abbiamo scelto, quindi, degli scatti realizzati in India (un luogo veramente fuori dal concetto di presente) e li abbiamo cercati con delle caratteristiche tecniche sbagliate.
Il primo scatto che presentiamo è una foto che ha indiscutibilmente il fascino dei luoghi lontani o di tempi remoti e passati: una donna, immersa nel fiume Gange presso la città santa di Varanasi nello stato dell’Uttar Pradesh, si lava i capelli contornata di corvi che volano sul fiume mentre sullo sfondo si staglia la città con le imbarcazioni che trasportano turisti. Purtroppo l’immagine, sebbene sia stata esposta correttamente, presenta dei colori molto slavati a causa del forte inquinamento presente in città. Ho selezionato, quindi, una texture presente nel mio archivio digitale in grado di conferire non solo un fascino antico, ma anche dei colori che avvicinassero il cielo plumbeo a uno più azzurrino e consono con il concetto che noi abbiamo di luoghi leggendari e magnifici.
La somma dei due file sovrapposti e fusi uno sull’altro la potete vedere negli esempi sottostanti.
Prima di spiegare il processo di elaborazione, facciamo ancora vedere un secondo esempio di miglioramento immagini tramite utilizzo di texture. L’immagine candidata ha un indubbio fascino: il giovane sacerdote perso nei suoi pensieri sulle rive del fiume sacro ha un’indubbia potenza evocativa difficilmente rinunciabile.
Il problema di questo scatto è che presenta degli evidenti errori di micro mosso e lo sfondo è rovinato da un fastidioso rumore digitale dovuto a ISO alti e a un tentativo di recuperare il fuoco attraverso delle tecniche digitali particolari.
Per una buona fotografia ogni tentativo di raggiungere la perfezione è uno sforzo legittimo. In questo caso, però, l’errore ottenuto in fase di ripresa non è recuperabile totalmente. Cosa fare? Rinunciare a uno scatto poetico? Guardarlo solo ed esclusivamente a ingrandimenti ridotti per non notare l’errore che un professionista non dovrebbe mai fare? No, è possibile sfruttare la tecnica che vi stiamo insegnando per dare nuova vita a uno scatto imperfetto.
All’immagine iniziale abbiamo aggiunto la scansione di una pagina di libro antico con evidenti segni del tempo e l’abbiamo fuso con lo scatto originale.
Pagina scansionata di una copia del codice atlantico di Leonardo da Vinci allegato al giornale “La Repubblica” di una decina di anni fa (non buttare mai via nulla se è bello!!)
La texture cancella il rumore e attenua la possibilità di percezione del mosso, ovviamente assegna delle precise cromie che devono essere scelte con cura.
Ma adesso arriviamo al dunque. Cosa dobbiamo fare per realizzare questa tecnica? Intanto è necessario avere il materiale essenziale, anche in cucina è obbligatorio trovare i giusti ingredienti per la ricetta che desideriamo realizzare e il fotoritocco si avvicina moltissimo all’arte culinaria.
Dovete trovare una texture che si adatti, all’inizio vi mancherà l’esperienza e quindi non saprete quali superfici potrebbero essere utili: se desideriamo utilizzare uno scanner possono essere utilissimi dei vecchi fogli di carta, magari anche stropicciati; vecchie stoffe, oppure tele o tessuti solo leggermente ingialliti; fogli di legno compensato con trame interessanti e toni più o meno scuri.
Se volete invece adoperare la macchina fotografica allora qualsiasi muro, strada, lastra di ferro arrugginito e chi più ne ha più ne metta, potrebbe fare al caso vostro. Provate a fare un’uscita fotografica solo con l’intento di portare a casa materiale utile per questo esercizio di fotoritocco e, non solo vi divertirete, ma preparerete gli ingredienti favorevoli alla realizzazione di centinaia di scatti interessanti e alternativi.
Come terza foto, per spiegare la tecnica, torno all’immagine di apertura dell’articolo: sempre a Varanasi la gente comune si reca al fiume per pregare, per lavarsi (e purificarsi) e per detergere i vestiti.
Lo scatto è potente, ma la situazione luminosa, un forte controluce in tarda mattinata, e il solito inquinamento che pervade il luogo ogni giorno per quasi tutto l’anno, rendono lo scatto piatto, senza colori e con enormi zone inutili allo sguardo. Per il taglio e la postura dei soggetti potremmo anche optare per una trasformazione in bianco e nero, oppure scegliere la tecnica della fusione di una texture per conferire quella famosa aura di “fuori dal tempo” che abbiamo osannato già da inizio lezione.
Tra le migliaia d’immagini presenti nel mio hard disk dedicate a questa tecnica ho scelto infine uno scatto scaricato dal web presso una banca dati che lo elargiva gratuitamente. Il tono molto caldo, le pieghe centrali delicate e luminose e la trama ai bordi ne fanno un file perfetto.
Copiamo questo file e lo incolliamo sull’immagine candidata, cambiamo il livello di fusione in moltiplica e le due immagini si mischieranno perfettamente l’una con l’altra.
A lavoro finito mi sono accorto che i toni tendevano troppo al bruno e ho voluto attenuare questa cromaticità applicando un livello di regolazione tonalità/saturazione e con un piccolo scostamento dei valori base ho ottenuto le tonalità desiderate.
Per osservare in grande il risultato finale potete osservare l’immagine di apertura. Se invece pensate che questa tecnica possa andare bene solo per scatti realizzati in luoghi dove la gente vive ancora come accadeva da noi 100 anni fa, aggiungo un ultimo scatto come esempio per indicare che questa tecnica ha moltissimi livelli di applicazione e questa peculiarità mi permetterà, nel prossimo articolo, di perfezionare e chiudere questo interessantissimo discorso di texture e fusioni di livello.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".