Il libro dei ricordi
28 Agosto 2020
A cura di Max Ferrero
Quando apriamo un libro è una mappa del tesoro,
§quando lo chiudiamo è un forziere pieno di luce
Fabrizio Caramagna
Fin da piccolo sono stato abituato a vivere contornato dai libri. Mio padre non aveva conseguito nemmeno la terza elementare eppure, appena il tempo glielo concedeva, si adagiava sul divano a leggere qualche pagina dei suoi libri preferiti. Mio fratello riempiva gli scaffali della nostra cameretta con libri volumi di politica (eravamo alla fine degli anni ’60 e ciò era piuttosto normale) e di fantascienza. Io non vedevo l’ora d’imparare a leggere per poter entrare in quel mondo meraviglioso fatto di lettura e fantasia che per loro si era già disvelato. Quando entravo in una libreria era come addentrarsi nell’anfratto magico di un mondo fatato. Il profumo della carta e dell’inchiostro fresco sono rimasti impressi nella mia mente come qualche cosa che nessun lettore elettronico sarà mai in grado di sostituire… almeno per quelli che come me hanno quei ricordi. Non potendomi permettere l’acquisto di tutti i volumi che avrei voluto, cominciai a crearmi una personale biblioteca composta da libri costruiti e scritti dal sottoscritto. Piccoli libricini da 30 o 40 pagine rilegati con due punti di pinzatrice e redatti da minuscoli pensieri spesso insulsi o inutili. A volte i volumi erano realizzati apponendo solo un titolo con tutte le pagine vuote e un abbozzo di copertina, ma nella mia piccola biblioteca personale, che cresceva poco a poco, facevano bella figura anche quei volumi senza nulla, erano gli oggetti a darmi il piacere, non il loro contenuto. Quei giochi di un tempo sono diventati la realtà per molti adulti, il desiderio di maneggiare un volume costruito con le proprie mani è da qualche anno alla portata di tutti i novelli autori, anche per quelli più scarsi che, come me, desiderano possedere un oggetto dal modico valore per tutti, ma di smisurata importanza personale. Negli articoli che seguiranno non intendo parlare di letteratura (anche chi scrive versi può permettersi una pubblicazione senza passare dalle “forche caudine” di un editore, ci sono diversi siti per l’auto-pubblicazione, ma io sono particolarmente affezionato a questo editore: www.boopen.it vorrei continuare a discorrere di fotografia e di come la sua più pura bellezza si possa osservare sempre e solo attraverso una stampa, in questo caso rilegata e brossurata.
Si scrive soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore.
Joseph Conrad
Qualcuno potrebbe ribattere che la passione per i libri non è un sentimento universale, ma solo mio. Ok, concordo, diciamo che è una mia personale passione e non è detto che sia condivisa dalla maggior parte dei fotoamatori, però è anche vero che il mio compito, in questo blog, è istruire e stimolare gli appassionati di fotografia e vi assicuro che l’esperienza visuale di un libro fotografico non è paragonabile a nessun’altra forma di presentazione. Il libro fotografico non è un insieme di scatti posizionati a caso o in ordine cronologico come avviene nei nostri hard disk o cellulari.
In un libro la ricerca di uno scatto non avviene con un movimento compulsivo del pollice facendo avanti e indietro sullo schermo per trovare quello che si desidera. In un volume ben realizzato lo scorrere delle immagini presentano un racconto che è la somma delle foto che appaiono e collaborano a comunicare l’una con l’altra. Un libro, oltre a essere un oggetto che reca bellezza anche solo al tatto, permette di osservare i ricordi, o il racconto che l’autore decide di pubblicare, secondo una precisa sequenza che assegna all’opera una trama, uno svolgimento, una morale (quando serve) e una conclusione.
I classici album da matrimonio sono il sunto di ciò che vado affermando: la pubblicazione di più foto nello stesso volume conferisce al tutto un valore aggiunto che non è la semplice immagine, ma la convivenza di più fotogrammi capaci di raccontare un giorno particolarmente importante della vita. La rilegatura elegante, l’impaginato studiato e meditato sono la giusta cornice per dare importanza all’oggetto finito. La stessa cosa può avvenire con foto di viaggio, di documentazione, di semplici gite o di foto ricordo della propria famiglia. Il tema scelto fornirà la chiave per la selezione degli scatti da pubblicare, la loro precisa sequenza, l’ingrandimento e la disposizione nelle pagine saranno il lavoro finale necessario prima della pubblicazione.
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
Umberto Eco
Il vero segreto per un libro fotografico di grande bellezza è strettamente connesso all’assonanza armonica che accomuna le foto al suo interno. Più assomiglierà a una storia pensata, più ricorderà un romanzo e non a un noioso album di ricordi. Prima di pubblicare un libro fotografico è necessario imporsi un tema, trovare le foto che soddisfano quell’argomento, selezionare un numero adeguato di foto (mai esagerare e mai ripetere la pubblicazione di foto simili) e impaginarle in base alla loro funzione di narrazione. Questa procedura si chiama editing e la vedremo più approfonditamente all’interno di un articolo specifico.
La forma grafica ha una sua importanza fondamentale, saper impaginare con cura le proprie immagini attraverso delle scelte moderne e oculate trasformerà un’accozzaglia di scatti messi a caso in un volume pregiato con la caratteristica di essere gradevole allo sguardo, scorrevole e armonico. Anche questo tema sarà affrontato in una prossima puntata nonché alla descrizione di quali programmi utilizzare per ottenere il massimo risultato possibile con competenze d’amatore e non da professionista.
Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.
Gianni Rodari
Personalmente non ho mai percepito la bellezza più estrema senza provare fatica nel raggiungerla. La cima di un monte può essere uguale per tutti, ma la sua conquista attraverso una faticosa scalata può conferire un fascino che non può condividere chi arriverà nel medesimo luogo con la funicolare. Questo articolo introduttivo ha lo scopo d’incentivare il vostro desiderio d’impegnarvi in qualche cosa di un po’ più complicato del solito, un’operazione che sarà in grado di regalarvi soddisfazioni che nessun monitor, cellulare o televisore potrà mai minimamente avvicinare. Se avrete voglia di leggere i prossimi capitoli probabilmente vi ritroverete ben presto a collezionare nella vostra libreria i volumi dei ricordi che vi appartengono assegnando loro la giusta importanza.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".